Gli inizi della carriera

Marcello Dudovich nasce a Trieste nel 1878 e là matura le sue prime esperienze artistiche. E’ ancora un adolescente quando attraverso suo cugino Guido Grimani, pittore di paesaggi, si introduce nel Circolo Artistico Triestino ed entra in diretto contatto con le maggiori personalità che animano l’ambiente culturale della città. Eugenio Scomparini è il presidente di questo attivissimo (e irredentista) Circolo ed è il maestro di molti degli artisti che qui convengono. Tra i vivaci allievi di Scomparini emerge Arturo Rietti che, ansioso di contatti con la cultura tedesca, non esita a voltare le spalle alla tradizione pittorica di Venezia e ad abbracciare quella di Monaco di Baviera. Questa città è il luogo di convegno per gli artisti triestini dell’ultima generazione ottocentesca, che da essa traggono lezioni di realismo saldo e “lumeggiato” da pennellate dense e vibranti (si pensi alla pittura di Franz von Lenbach e Max Liebermann). “C’è stata dunque a Trieste un’apertura maggiore verso la cultura dell’Europa intera di quanta non ce ne sia stata in molte altre parti d’Italia. C’erano molti Triestini di più remota origine straniera che non si dimenticarono delle proprie radici. E ciò li rendeva più facilmente ricettivi rispetto a tutto ciò che si scriveva o pubblicava o esponeva nella restante Europa. Erano disposti a rispettare e a capire i popoli e le culture accanto alle quali erano chiamati a convivere nell’ambito di un impero plurinazionale. Ma proprio per ciò si sentivano tutti italiani o non credevano di poter esser altro”. “© 2017 archivio MD”

E’ da Rietti – che fu soprattutto un pittore ritrattista – che Marcello Dudovich trae i primi insegnamenti: improntato ad un realismo di stampo monacense con intonazioni intimiste è infatti l’autoritratto a pastello datato 1895, sua prima opera nota. Sarà il viaggio a Monaco di Baviera, avvenuto probabilmente attorno al 1896 (sono questi anni cruciali per Germania e Austria, in pieno clima secessionista, come vedremo tra breve), a caratterizzare sensibilmente l’opera di Dudovich nei prossimi anni. Il giovane artista triestino frequenta le lezioni di nudo all’Accademia della città tedesca e si interessa anche di arte decorativa. Filtra in prima persona la lezione di Franz von Stück e, tramite quest’ultimo, recupera la precedente lezione di Böcklin. Questi due artisti infatti sono ritenuti da Dudovich importanti quanto lo furono Tintoretto e Veronese per la pittura italiana del XVI secolo. Von Stück, in polemica con le istituzioni accademiche, aveva fin dal 1892 partecipato alla fondazione della Gegenverein zur Kunstlergenossensschaft (Contro-unione per una associazione di artisti), che fu la prima delle secessioni tedesche. Tre anni più tardi divenne insegnante all’Accademia di Monaco, ma tale incarico non gli impedì di sostenere gli artisti aderenti alla Secessione. “© 2017 archivio MD”

Nelle sue opere di soggetto allegorico e visionario emergono chiari legami con le atmosfere mistiche dei quadri di Böcklin. Mescolanza di influssi, questa, che non è caratteristica solo di Stück, ma anche di tutti gli altri artisti tedeschi a lui contemporanei: la pittura in Germania è improntata ad un eclettismo storicista che rimescola elementi classicisti, romantici, visionari, esotici che spesso si accompagna ad una tavolozza scura e da una pennellata materica. Per la Germania e per la città di Monaco sono quindi anni ricchi di fermento, saturi di quell’energia che di lì a poco – in concomitanza con gli altri focolai avanguardisti della Mitteleuropa – avrebbe superato le credenze positiviste del secolo passato e che, in arte, confluiranno nella comune intenzione di bandire dall’arte la tradizione naturalistico-verista ottocentesca. Ci si avvia così a realizzare finalmente il pareggiamento delle arti applicate con le altre arti. Infatti “l’ambiente di Monaco a noi interessa in particolar modo, perché qui troviamo alcuni artisti (in una condizione più avanzata) che rinunciano ai fasti maggiori della pittura per dedicarsi decisamente alle arti applicate, il che permetterà loro di evitare la trappola dello “storicismo”, di entrare in una ricerca rigorosamente moderna e perfettamente sintonizzata sul gusto Art Nouveau. Proprio verso questo aspetto innovativo, e non storicistico, della ricerca artistica, il giovane Marcello Dudovich può avere volto i propri interessi, assimilando la lezione modernista (costituita da un’anima fitomorfica, fatta di avvolgimenti, sinuosità e serpentine) atta a promuovere in futuro la sua arte. La situazione di Vienna è assai simile a quella della vicina Monaco. L’Austria è anch’esso un Paese in fermento, che si prepara a forti cambiamenti. “© 2017 archivio MD”

Nella primavera del 1897 Vienna risponde al richiamo modernista attraverso la fondazione della Wiener Secession. Il programma artistico generale prevede l’impegno a svecchiare lo stanco repertorio accademico puntando sulla effettiva interdisciplinarietà delle arti; priorità assoluta venne assegnata al disegno, base di partenza comune a tutte le discipline artistiche. Fino al 1905 un numeroso gruppo di artisti – troppe volte sommariamente riassunto nelle sole personalità di Klimt e Moser – scontento dell’operato della Künstlerhaus, costituirà uno dei principali movimenti d’avanguardia della Mitteleuropa, la Secessione viennese. Importanti appuntamenti internazionali saranno le mostre d’arte organizzate da tali artisti dissidenti nel palazzo appositamente edificato, ma un ruolo fondamentale di propaganda lo ricoprì, nel generale clima di rinnovamento del gusto, la rivista “Ver Sacrum”, organo ufficiale del gruppo viennese. Degli orientamenti stilistici promossi dalla Secessione viennese Marcello Dudovich seppe far tesoro già nei primissimi anni della sua attività, raccogliendone stimoli ed indicazioni perfettamente identificabili sue opere. Già indirizzato verso una pittura astrattiva, iconica ed essenziale, il Nostro prelevò dai modelli figurativi stilizzati austriaci (soprattutto da quell’abile grafico di Moser, anche se in alcuni casi ci troveremo ad evidenziare nell’opera di Dudovich tematiche o soggetti condivisi con altri artisti secessionisti meno noti) sia una lezione generale, sia singoli caratteri. “© 2017 archivio MD”

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