LA LETTURA

Quando nasce è un tipo di pubblicazione del tutto nuovo per l’Italia in quanto  miscela  le caratteristiche della rivista colta e di quella popolare. Probabilmente Luigi Albertini, che la fonda, aveva preso l’idea dalle riviste diffuse all’epoca nel mondo anglosassone. Pochi anni prima il «Corriere» di Milano aveva varato, con enorme successo, La Domenica del Corriere, settimanale per le famiglie. La Lettura puntava ad una fascia alta: le famiglie della media borghesia desiderose di acculturarsi, ma anche gli intellettuali. A dirigerla viene chiamato il suocero di Albertini e uno degli scrittori più amati all’epoca, il drammaturgo Giuseppe Giacosa; egli concepì la rivista ripartendo i contenuti in due parti: A) pezzi originali affidati a nomi prestigiosi (della letteratura, della scienza, del giornalismo).  B) spoglio di riviste italiane e straniere. Quest’ultimo cessa molto presto e viene sostituito dalla sezione “Varietà” (che occupa circa un terzo del fascicolo), composta da articoli più brevi, di tono più leggero, spesso affidati a giornalisti della redazione del «Corriere». Sulle pagine della rivista, nell’arco di mezzo secolo, compariranno  quasi tutte le firme più importanti della prima metà del Novecento: basti citare Giovanni Pascoli, Gabriele D’Annunzio, Giovanni Verga, Alberto Savinio, Carlo Emilio Gadda e Dino Buzzati. Luigi Pirandello, per esempio, vi pubblica il suo primo lavoro teatrale, l’atto unico “Cecè”, con due anni d’anticipo rispetto all’esordio sulle scene. Un punto di forza fondamentale era costituito dalle illustrazioni fotografiche che accompagnavano gli articoli di cronaca nazionale e internazionale mentre  le novelle e i romanzi a puntate erano illustrati  da disegni in bianco/nero. Dal 1906 poi anche la copertina venne presentata  a colori. Prestarono la loro opera gli illustratori più noti dell’epoca: da Enrico Sacchetti, che è in assoluto il più rappresentato, al prestigioso Marcello Dudovich, dal fiabesco Umberto Brunelleschi al caricaturale Sergio Tofano (alias «Sto»).  In due periodi, dal 1908 al 1912 e dal 1920 al 1933 Dudovich presterà la sua mano per l’illustrazione della rivista, per la quale realizzerà una trentina di lavori a colori che andranno a costituire i frontespizi della pubblicazione. Altri disegni verranno realizzati dall’artista per essere posti a corredo di racconti, novelle e brevi romanzi. Sarà  questa una collaborazione duratura e innovativa nella quale, il visitatore, potrà facilmente riscontrare i mutamenti evolutivi dell’immagine editoriale  che intercorsero in questa produzione del Nostro. “© 2017 archivio MD”

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