Tecnica: Manifesto cromolitografico su carta
Dimensione: cm 100 x 70
Anno: 1932-1933 ca
Soggetto:Venezia Lido – ENIT
Stampa:G.Scarabellin, Venezia
Riferimenti storici:ENIT Ente nazionale Italiano Turismo
Provenienza: Museo Nazionale Collezione Salce, Treviso. Foto 03580 VE 37388 – Catalogo 05 00656475.
Note :Tra mare e montagna è certo e comprovato che Dudovich amasse maggiormente le località balneari. Già tra il 1910 e 1914 la matita guizzante dell’artista ritraeva immagini nella mondanità vissuta di Montecarlo, Deauville, Ostenda , Sanremo, per poi essere riversate su decine di tavole grafiche ironiche e raffinate edite da “Simplicissimus di Monaco di Baviera “. Anni questi di splendore artistico e di libertà creativa senza passaporti o restrizioni per valicare confini. Infinite saranno le sue illustrazioni che in genere ritraggono i momenti più disparati di una vita spensierata che si trascorreva tra spiaggia , circoli privati e tavoli di “Roulette” e dello “Chemin de fer”. Tavoli verdi dove la moneta contante scorreva a fiumi e le persone si indebitavano casa e pellicce pur di vincere il banco. Verranno poi gli anni Venti e Trenta e l’artista sposterà parte del suo scenario balneare europeo in quei trecento kilometri che da Riccione ( RN ) arrivano a Grado ( GO ) . In quel ventennio questa era la “ rinomata riviera “ dove l’artista, con la sua famiglia, alternava i suoi soggiorni romagnoli tra Rimini e Riccione, ospite fisso nelle residenze estive di Teresio Borsalino ( 1867 – 1939 imprenditore e politico italiano ) e Gea della Garisenda ( 1878 – 1961 cantante italiana ), per poi passare poco più a nord, nei lidi mondani di Venezia e Grado ove l’artista ritrovava la “ higt Society “ che amava frequentare. Quindi un Dudovich borghese che poi all’occorrenza diventava un Dudovich raffinato ed un po’ snob. Il lido di Venezia aveva una particolare fama internazionale quale unico centro balneare italiano dotato a quei tempi di innumerevoli strutture sportive, quali il circolo ippico, le società tennistiche, il circolo golf con buche sul litoraneo sabbioso, il tiro a segno, piscine agonistiche e piste di pattinaggio artistico a rotelle e di velocità, un aerodromo per voli in aliante e paracadutismo …….. la presenza poi del casinò completava l’offerta per il “jet set” dell’ alta borghesia italiana. Datato 1932, Dudovich realizzerà il manifesto “ Venezia Lido “ proponendo, con il compare d’arte grafica Marcello Nizzoli, ( 1887 – 1969 ), un prodotto plastico raffigurante una giovane donna vista di spalle che in costume si eleva verso il campanile e la piazza di San Marco. La verticalità è la struttura di questa “ affiche “ che fonde balneraità e turismo in un’unica immagine. In tale manifesto, Dudovich dimostra di aver ormai perso la sua originale vena Liberty per adattarsi ad uno nuovo spirito grafico tutto italiano e Novecentista che prevedeva strutture compositive e soggetti molto più semplici, meno raffinati e più strutturati in una pulizia grafica rigorosamente prevista dai dettami del pensiero sarfattiano. L’esempio pratico è il manifesto in presentazione realizzato in contemporanea al manifesto di pari impostazione dedicato alla splendida e storica cittadina balneare di Grado ( la Prima Venezia ) e al suo rinomato lido con acqua cristallina. Saranno questi due lavori dove l’artista creerà per l’ENIT (Ente nazionale Italiano Turismo ), due manifesti propagandistici di puro nuovo e moderno stile italiano e imperniati nella stretta combinazione mare-turismo al fine di reclamizzare queste due rinomate località balneari che tanto potevano offrire in termini di svago, attività ricreativa e cultura. Di simili nuove soluzioni artistiche, Dudovich ne realizzerà molte e le commesse gli perverranno dai brand più rinomati ( La Rinascente, Dazza, Proton, Generali Ass.ni, Lloyd, Lido Milano, Corriere della Sera, Crociere Italia,……) che lo amavano e lo conoscevano più per il suo vecchio stile applicato fino ai primi anni venti che per il nuovo modo di affrontare gli anni Trenta assai più scientifici, rigorosi e meno romantici. Sarà il decennio 1925/1935 il periodo nel quale Dudovich dovrà cambiare stile obbligato ad adeguarsi ad una nuova dittatura artistica imposta dalla emergente generazione dei Sepo, Seneca, Pozzati, Nizzoli, Sironi, Malerba, Busi che instraderanno il manifesto italiano su vie ben diverse da quelle gaie e informali di Dudovich basate sulla libera creatività compositiva più che al rispetto e alla riverenza di scuole o correnti di regime.
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