P 22 Manifesti pubblicità “ Venezia Lido - Enit “ Una bagnante in costume vista di spalle ammira il campanile e la piazzetta di san Marco ( Catalogo Curci n. 281 ) - Marcello Dudovich
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Tecnica: Manifesto cromolitografico su carta
Dimensione: cm 100 x 70
Anno: 1932-1933 ca
Soggetto:Venezia Lido – ENIT

Stampa:G.Scarabellin, Venezia

Riferimenti storici:ENIT   Ente nazionale Italiano Turismo
Provenienza: Museo Nazionale Collezione Salce, Treviso. Foto 03580 VE 37388 – Catalogo 05 00656475.

Note :Tra mare e montagna  è certo e comprovato  che Dudovich amasse maggiormente   le località balneari. Già tra il 1910 e 1914 la matita guizzante dell’artista ritraeva immagini  nella mondanità  vissuta di  Montecarlo, Deauville, Ostenda , Sanremo, per poi essere riversate su decine di tavole grafiche ironiche e raffinate edite da  “Simplicissimus di Monaco di Baviera “.  Anni questi di splendore artistico  e di libertà creativa senza passaporti o restrizioni per  valicare confini.  Infinite saranno le sue illustrazioni   che in genere ritraggono  i momenti più disparati  di una  vita  spensierata che si trascorreva tra spiaggia , circoli privati e  tavoli di  “Roulette”  e dello “Chemin de fer”. Tavoli  verdi  dove la moneta contante scorreva  a fiumi e le persone si indebitavano casa e pellicce pur di vincere il banco.  Verranno poi gli anni Venti e Trenta  e l’artista sposterà parte del  suo scenario   balneare europeo  in quei trecento kilometri  che da  Riccione ( RN )   arrivano a Grado ( GO ) . In quel ventennio  questa era la  “ rinomata riviera “ dove l’artista, con la sua famiglia, alternava i suoi soggiorni  romagnoli tra Rimini e Riccione, ospite fisso  nelle residenze estive di   Teresio Borsalino ( 1867 – 1939 imprenditore e politico italiano ) e Gea della Garisenda ( 1878 – 1961 cantante italiana ),  per poi passare poco più a nord,  nei lidi mondani di Venezia e Grado ove l’artista ritrovava la “ higt Society “ che amava frequentare. Quindi un Dudovich  borghese  che poi all’occorrenza  diventava un Dudovich raffinato ed un po’ snob. Il lido di Venezia  aveva una particolare  fama internazionale  quale unico centro balneare italiano  dotato a quei tempi  di innumerevoli  strutture sportive,   quali il circolo ippico, le società tennistiche, il circolo golf  con buche sul litoraneo sabbioso, il tiro a segno, piscine agonistiche e piste di pattinaggio artistico a rotelle e di velocità, un aerodromo per voli in aliante e paracadutismo …….. la presenza poi del casinò  completava l’offerta per il  “jet set” dell’ alta borghesia italiana. Datato 1932, Dudovich realizzerà  il manifesto “ Venezia Lido “ proponendo, con il compare d’arte  grafica Marcello Nizzoli, ( 1887 – 1969 ),  un prodotto  plastico  raffigurante  una giovane donna vista di spalle che in costume si eleva verso il campanile  e la piazza di San Marco.  La verticalità  è la struttura di questa “ affiche “  che fonde balneraità e turismo in un’unica immagine. In tale manifesto,  Dudovich dimostra di  aver  ormai perso la sua originale vena Liberty per adattarsi ad uno  nuovo spirito grafico tutto italiano e Novecentista che prevedeva strutture compositive  e soggetti molto più semplici, meno raffinati  e più strutturati in una pulizia grafica rigorosamente  prevista dai dettami  del pensiero sarfattiano. L’esempio pratico  è  il manifesto in presentazione  realizzato in contemporanea al  manifesto di pari impostazione  dedicato  alla splendida  e storica cittadina balneare di Grado ( la Prima Venezia ) e al suo rinomato  lido con acqua cristallina. Saranno questi due lavori   dove l’artista  creerà  per l’ENIT (Ente nazionale Italiano Turismo ),  due manifesti propagandistici di puro nuovo  e moderno  stile  italiano  e imperniati nella stretta combinazione mare-turismo al fine di reclamizzare queste due rinomate località balneari  che tanto potevano offrire in termini di svago, attività ricreativa e cultura. Di simili  nuove soluzioni artistiche,  Dudovich ne realizzerà molte  e le commesse gli perverranno dai brand  più rinomati ( La Rinascente, Dazza, Proton, Generali Ass.ni, Lloyd,  Lido Milano, Corriere della Sera, Crociere Italia,……) che lo amavano  e lo conoscevano più per il suo vecchio stile applicato fino ai primi anni venti che  per il nuovo modo di affrontare gli anni Trenta assai più scientifici, rigorosi e meno romantici. Sarà  il decennio 1925/1935 il periodo nel quale  Dudovich dovrà cambiare stile obbligato ad adeguarsi  ad una nuova dittatura artistica imposta dalla emergente  generazione dei   Sepo, Seneca, Pozzati, Nizzoli, Sironi, Malerba, Busi che instraderanno il manifesto italiano su vie ben diverse da quelle gaie e informali di Dudovich  basate sulla libera creatività compositiva più che al rispetto  e alla riverenza di scuole o correnti di regime.

“© 2002 archivio MD”

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Pubblicità Manifesti
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