
09 Giu IL RESTAURO LENCI
Da un ritrovato fondo di 32 tempere

Quella della Lenci è una storia esclusivamente torinese, che si snoda interamente tra via Marco Polo e via Cassini: ossia, la Crocetta, uno dei quartieri più “torinesi” di Torino. Ma, al tempo stesso, è la storia di un nome e di un marchio conosciuti in tutto il mondo. Nel periodo fra le due guerre poche altre aziende italiane raggiungeranno un analogo livello di notorietà. I prodotti della Lenci erano conosciuti e apprezzati a New York come a Londra, a Bombay come a Lisbona, a Budapest come a Toronto passando da Tokio per arrivare a Berlino. Bambole, ma non solo; anche camerette per bambini e accessori per signora, elementi d’arredo per la casa e animaletti di pezza, arazzi e teli batik. Il che corrispondeva perfettamente alle intenzioni dei fondatori, i quali nell’atto costitutivo dell’azienda avevano minuziosamente precisato che era loro intenzione produrre «giocattoli, bambole, pupazzi, confezioni, articoli di vestiario, decorazioni per vestiti, scialli, cuscini, cappelli, scarpe, pantofole, cinture, articoli di moda e di fantasia, chincaglieria, tende, mobili in legno dorato, arredamenti per la casa…» e l’elenco continuava ancora. Insomma, il marchio Lenci intendeva evocare un intero mondo, che aveva come elemento unificante il «pannolenci»: una varietà di panno, specialità della Casa, che consentiva impieghi altrimenti impensabili con quello tradizionale. Personaggi principali, due giovani coniugi, Elena König ed Enrico Scavini: giovane signora con velleità artistiche, lei; agente di commercio, lui. Almeno all’inizio, ci appaiono come protagonisti involontari di una storia che vi racconteremo meglio. Già, perché il caso ha avuto un ruolo importante in tutta la vicenda, che origina non da una precisa volontà dei coniugi di dar vita a un’attività imprenditoriale, ma da un evento imprevisto quanto doloroso: la morte improvvisa di una figlioletta, colpita da una forma particolarmente aggressiva di febbre spagnola, il morbo che all’indomani della prima guerra mondiale mieté milioni di vittime. Sarà questo triste evento l’inizio di una lunga favola incantata che vi racconteremo e che durerà dal 1919 al 2002, anno nel quale si apriranno per la Lenci gli inferi del fallimento.
Da un disperso e nascosto fondo d’archivio privato della Lenci sono emerse lettere commerciali, diari e documentazione progettuale tra cui 32 tavole di raffinata e pregevole fattura a firma Dudovich, alcune semplicemente segnate da umidità altre fortemente danneggiate con tagli, sgretolamenti e fessurazioni di rilevante entità. L’Archivio Dudovich ha aderito al restauro delle due opere maggiormente danneggiate mediante un contributo privato a fondo perso . Vi presentiamo in questa news la prima opera che segnerà l’apertura di una nuova sezione dove nel tempo pubblicheremo le storie di queste raffinate tavole appartenenti alla favola “ Lenci “, un vecchio mondo ormai definitivamente perduto. L’opera in questione sarà provvisoriamente visibile alla sezione OPERE > Opere pittoriche > Tempere, nella breve attesa di varare una nuova ed esclusiva sezione tutta dedicata alla Lenci di Torino. “© 2019 archivio MD”
La direzione artistica