P18 Manifesti Pubblicità Borsalino - Marcello Dudovich
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Tecnica: Cromolitografia su cartone
Dimensione: cm 31,7  x 22,2
Anno: 1930 – 1935 ca
Soggetto: Volto di uomo con sigaretta e cappello Borsalino “ Fraveler a tesa media “

 Stampa:  NC

Riferimenti storici: G.B. Borsalino fu Lazzaro, Alessandria ( Italia )
Provenienza: Museo Nazionale Collezione Salce, Treviso. Foto  07723 VE 11094    – Catalogo 05 00652488

Note :  Secondo  di quattro cartoni pubblicitari. Il “ Fraveler a  tesa media “ . Giuseppe Borsalino, nasce ad Alessandria nel 1834 da allora verrà  affettuosamente chiamato “u’ siur Pipen” (  il signor Pippo )  . Giuseppe iniziò a lavorare a 13 anni in piedi su uno sgabello per raggiungere il bancone facendo la felicità di sua madre che lo voleva cappellaio.  Dopo  questa prima esperienza giovanile di tre anni  come garzone e poi apprendista nella sua città si trasferirà  per 7 anni a Parigi per un impiego i nel cappellificio “Berteil “ in Rue du Temple  ottenendo la qualifica di Maestro Cappellaio. Tornato  in Italia  all’età di 23-24  anni , Giuseppe aprirà  nel 1857  insieme al fratello Lazzaro  il suo primo laboratorio in un cortile di via Schiavina ad Alessandria. È l’inizio questo  della nascita   della più famosa  e rinomata azienda artigiana  che saprà   internazionalizzare   copricapi per uomini e donne, cappelli di manifattura esclusiva che diverranno un mito per molti……… per tutti.  Siur Pipen  guardava all’estero, soprattutto all’Inghilterra: Denton, Stockport, Manchester, con quelle diavolo di macchine che avevano rivoluzionato il mestiere dei cappellai. Nel 1897 il maestro visita la fabbrica di Battersby a Londra. Qui “senza farsi vedere intinge il suo fazzoletto nella vasca della ‘catramatura’ e porta così in Italia il segreto inglese per la fabbricazione delle “perfette bombette”. La leggenda dice così. La storia ha fatto il resto. Grazie all’esperienza inglese, il maestro decide di importare  quelle macchine che a Denton, Stockport e nei sobborghi di Manchester avevano rivoluzionato il mestiere dei cappellai. Questa  sarà la mossa vincente di Giuseppe che gli aprirà la porta all’olimpo del commercio internazionale. Seguirono anni felici di  forte crescita aziendale  basata su perfette e azzeccate   ideazioni industriali e sulla capacità dei  due fratelli  Giuseppe & Lazzaro di sviluppare un modello vincente sia  produttivo  che distributivo. E’ assai probabile che in azienda  fosse  eccellente anche la parte economica circa investimenti / spese e creazione di valore . I  due fratelli  Borsalino e Alessandria saranno  per decenni un rinomato  binomio con una fabbrica che da 15 addetti  iniziali raggiungeranno  quasi tremila dipendenti e alla morte di Giuseppe  l’azienda verrà  rilevata  condotta  dal figlio Teresio, il mecenate che alla città darà  lavoro e anche infrastrutture sanitarie.  Tutto filerà liscio e a gonfie vele per oltre un secolo di successo ( 1857 – 1957 ) . Uno dei festeggiamenti più grandi fu l’ 11 giugno 1957, ma furono sobri come nello stile di famiglia, anche se «solenni». C’erano, e vennero premiati, ex lavoratori come Pasquale Corti da 57 anni impiegato e tecnico e Carlo Torrielli, 59 anni di servizio, con Teresio Usuelli e Giampiero Vaccarino, chiamati a reggere le sorti della Casa nel solco dell’insegnamento del prozio Giuseppe e dello zio Teresio, a fare gli onori di casa. E c’era, ancora bella e maestosa Gea Della Garisenda, vedova di Teresio, già celebre cantante di operette, genere musicale molto in voga all’epoca, che lanciò «Tripoli bel suol d’amore» facendo esultare le platee di tutta Italia. Lo aveva sposato nel 1933 ma i Borsalino disertarono la cerimonia non «accettando» la sposa.  Teresio Borsalino morì sei anni dopo, ne aveva 72, e se al mondo aveva dato milioni di cappelli (la fabbrica arrivò a produrne 4 mila al giorno) ad Alessandria donò di tutto e di più, dall’acquedotto al tubercolosario, dalla casa di riposo all’ospizio della Divina Provvidenza. Quando la Borsalino festeggiò il suo primo centenario, l’uso del cappello andava già decadendo, era scomparso, ad esempio, negli Stati Uniti, ma era ancora un’epoca nella quale «mai nessuno qui viene licenziato» e «qui si lavora a pieno ritmo» parole queste di Teresio. Bisogna attendere alcuni anni per arrivare al grande sciopero che paralizzò la fabbrica e incupì la città. Presentiamo in questa News il secondo di quattro  cartoni  fotomeccanici che Dudovich realizzo tra il 1930 e il 1935, misura cm. 31,7 x 22,2 ove uno spigoloso e mandibolare  volto di  personaggio maschile è ritratto frontalmente  con un Borsalino  modello  “ Fraveler a tesa media con anello decor alto “. Volto  e naso squadrato  nel rispetto dei dettami  di regime che escludeva tutta una   moltitudine di fronzoli e dettagli tanto cari al Liberty ormai superato da tempo. La sigaretta in bocca rimarrà  un segno distintivo della durezza e maschilità anni Trenta , bavero alto e ben portato saranno i nuovi  segni univoci e  distintivi di una moda tutta italiana , praticamente una decennio in  anticipazione  al l mito Humphrey Bogart che arriverà nel grande schermo in bianco e nero solo nel  1942 con il film “ Casablanca “. A seguire  il terzo cartone pubblicitario del Poker Borsalino per continuare un racconto impregnato di storia  e di vicende che rasentano leggende.

“© 2019 archivio MD”

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Borsalino
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