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IL RESTAURO LENCI

Da un ritrovato  fondo di 32 tempere

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Quella della Lenci è una storia esclusivamente  torinese, che si snoda interamente tra via Marco Polo e via Cassini: ossia, la Crocetta, uno dei quartieri più “torinesi” di Torino. Ma, al tempo stesso, è la storia di un nome e di un marchio conosciuti in tutto il mondo. Nel periodo fra le due guerre poche altre aziende italiane raggiungeranno  un analogo livello di notorietà. I prodotti della Lenci erano conosciuti e apprezzati a New York come a Londra, a Bombay come a Lisbona, a Budapest  come a Toronto passando da Tokio per arrivare a Berlino.  Bambole, ma non solo; anche camerette per bambini e accessori per signora, elementi d’arredo per la casa e animaletti di pezza, arazzi e teli batik. Il che corrispondeva perfettamente alle intenzioni dei fondatori, i quali nell’atto costitutivo dell’azienda avevano minuziosamente precisato che era loro intenzione produrre «giocattoli, bambole, pupazzi, confezioni, articoli di vestiario, decorazioni per vestiti, scialli, cuscini, cappelli, scarpe, pantofole, cinture, articoli di moda e di fantasia, chincaglieria, tende, mobili in legno dorato, arredamenti per la casa…» e l’elenco continuava ancora. Insomma, il marchio Lenci intendeva evocare un intero mondo, che aveva come elemento unificante il «pannolenci»: una varietà di panno, specialità della Casa, che consentiva impieghi altrimenti impensabili con quello tradizionale. Personaggi principali, due giovani coniugi, Elena König ed Enrico Scavini: giovane signora con velleità artistiche, lei; agente di commercio, lui.  Almeno all’inizio, ci appaiono come protagonisti involontari di una storia  che vi racconteremo meglio. Già, perché il caso ha avuto un ruolo importante in tutta la vicenda, che origina non da una precisa volontà dei coniugi di dar vita a un’attività imprenditoriale, ma da un evento imprevisto quanto doloroso: la morte improvvisa di una figlioletta, colpita da una forma particolarmente aggressiva di febbre spagnola, il morbo che all’indomani della prima guerra mondiale mieté milioni di vittime. Sarà questo triste evento l’inizio di una  lunga favola incantata  che vi racconteremo  e che durerà  dal 1919  al 2002, anno nel quale   si apriranno  per la Lenci gli inferi del fallimento.

Da un disperso e nascosto fondo  d’archivio privato   della Lenci   sono emerse  lettere commerciali, diari e documentazione progettuale tra cui 32 tavole  di raffinata e pregevole fattura  a firma Dudovich,  alcune semplicemente  segnate   da umidità  altre  fortemente  danneggiate con tagli, sgretolamenti  e fessurazioni di rilevante entità. L’Archivio Dudovich ha aderito al restauro delle due opere maggiormente  danneggiate  mediante un contributo  privato a fondo perso . Vi presentiamo in questa news  la prima opera  che segnerà l’apertura di una nuova sezione dove nel tempo pubblicheremo le storie di queste raffinate tavole appartenenti alla favola  “ Lenci “, un vecchio mondo ormai definitivamente  perduto. L’opera in questione sarà  provvisoriamente visibile alla sezione  OPERE > Opere pittoriche > Tempere, nella breve attesa di varare  una nuova  ed esclusiva sezione  tutta dedicata alla Lenci di Torino.   “© 2019 archivio MD”

La direzione artistica



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