
Dal 1897 al 1930 Dudovich affronterà numerose e basilari esperienze di collaborazione grafica che sin dall’inizio formeranno la Sua impronta artistica facendo emergere il Suo ingegno compositivo. Dudovich nel 1897 verrà mandato dal padre a Milano per un primo tirocinio nelle Officine Grafiche Ricordi stabilimento di stampa all’avanguardia nella creazione e stampa dei manifesti murali. Qui avrà modo di apprendere la tecnica litografica collaborando assiduamente con Leopoldo Metlicovitz, amico di famiglia e Adolfo Hoenstein dai quali trarrà un forte insegnamento al Liberty italiano modernizzato e ricondotto al realismo borghese ottocentesco. Notata la Sua innata abilità nel 1899 lo stampatore Edmondo Chappuis di Bologna gli proporrà una collaborazione esclusiva per la preparazione di alcuni manifesti celebrativi dedicati alla città bolognese che porteranno Dudovich a diventare il beniamino del capoluogo emiliano. Seguirà nel 1905 la breve esperienza genovese presso l’editore Armanino al quale fornirà in via esclusiva numerosi bozzetti di studio pubblicitario. Nel 1906 Appagato dall’esperienza Bolognese e Genovese rientrerà nuovamente a Milano in scuderia Ricordi dove sfornerà una memorabile e feconda produzione di manifesti di successo tra cui ricordiamo quelli per il marchio Mele & C. di Napoli e altri esemplari di rinomata fattura che consolideranno definitivamente la fama dell’artista a livello nazionale. Verranno poi gli anni della “ paura” coincidenti con il primo conflitto mondiale che obbligheranno l’artista a rinunciare al manifesto puramente merceologico iniziando una collaborazione artistica a Torino per realizzare essenzialmente manifesti in campo cinematografico di cui pochi giungeranno ai giorni nostri. Saranno questi gli anni di cambiamento del modo di pensare e produrre manifesti, la fine della guerra e l’inizio degli anni Venti porranno nuove basi e necessità produttive segnando una graduale ma inesorabile svolta di rilevanza con la negazione della bidimensionalità, un recupero di plasticità, un impiego “ costruttivo “ del ritrovato chiaroscuro. Nel 1920 inizierà l’ultima e più lunga tappa artistica quando Dudovich, insieme all’intraprendente avvocato Arnaldo Steffenini, fonderà a Milano la società editrice STAR per la quale l’Artista lavorerà per tutti gli anni Venti e Trenta affidando la diffusione dei manifesti creati alla IGAP di cui egli stesso diverrà direttore artistico. Verranno prodotti anche manifesti con stampa degli stabilimenti litografici di Manlio Pirovano che conosciuto dall’Artista a Torino, divenne suo intimo amico e fedele collaboratore. Sarà questo un ventennio di intensa produzione per marchi blasonati quali Rinascente, Generali Assicurazioni, Borsalino, Agfa-Film, Fiat, Michelin, Pirelli, usufruendo di nuove forme -volume dell’estetica novecentista poi maggiormente rimarcate dalla collaborazione con il suo allievo-assistente feltrino Walter Resentera che diverrà poi anche suo genero. Dopo il 1930 i manifesti accentueranno la loro spinta novecentista per scivolare poi negli anni Quaranta dove la sua produzione andrà rarefacendosi crucciato dall’idea di essere un cartellonista superato, non più al passo con i tempi e appoggiandosi sempre di più all’allievo Resentera specializzato in temi e soggetti tanto cari al “ regime “ ( Seminatore in camicia nera, zappe, vanghe, forconi raggruppati in forma di fascio littorio ). Un viaggio nella storia della pubblicità italiana, uno spaccato evolutivo della vita civica e dell’industria con un percorso di 370 manifesti d’autore che rappresentarono il nostro paese per creatività e capacità produttiva. Le dimensioni riportate in centimetri sono a titolo indicativo in quanto spesso i manifesti venivano stampati in formati minori o ridotti in litografie su cartoncini, locandine o cartoline postali che detengono il medesimo valore storico d’epoca. “© 2017 archivio MD”