287

SCHIZZO SU FOTOGRAMMA D’EPOCA D’AMBROSIO FILM

Dudovich e la Ambrosio Film

287

Non tutte le belle opere  sono  di medio/grande formato. Esistono realizzazioni di preparazione e studio, quali gli schizzi e i bozzetti che spesso passano inosservati al grande pubblico  e che invece racchiudono una loro storia a volte non chiara, altre volte definita come nel caso in questione. Un collezionista di Mondovì (CN)  ci sottopone l’esame di un piccolo  schizzo di cm 24 x 18 a firma Dudovich  che  ci riconduce  al  breve periodo   trascorso dall’Artista a Torino tra il 1917 e il 1920. Le date sono incerte per la totale mancanza di documentazione e carteggi. Quello che invece è certo è che “ Dudo “ lavorò  in quel periodo nel capoluogo piemontese  sia in campo cinematografico,realizzando un numero imprecisabile di manifesti per film prodotti dall’editore Ambrosio , per la Felisina Film, per la Cleo Film, prime case cinematografiche  attive all’inizio del XX secolo. Il cinema in quegli anni era già in produzione  anche se non avanzata e il sodalizio con  la fotografia  era stato avviato  per l’uso  dell’immagine  su carta  nello  studio di scene, costumi e  impalcati d’arredo cinematografico. Proprio al verso   di  una fotografia d’epoca dell’Ambrosio Film  raffigurante una scena  del film  “ l’Apostolo “  del 1916  ( regia di Gero Zambuto ),   l’artista  ha steso questo bozzetto raffigurante una donna con cappello, cappotto  con scollatura centrale e bavero alto. Quindi la datazione dell’opera è presumibilmente certa  e  collocabile  tra1916 e il1920ca. Il bozzetto può quindi ritenersi una classica piccola “gemma”  collezionistica seppur l’Artista non abbia adottato nella realizzazione dell’opera uno stile incisivo con tratti certi e marcati. Gli occhi  della donna  sono oscurati dall’ombra del cappello  mentre le labbra e il naso sono  sufficientemente evidenti per dare un senso logico alla figura femminile.  Chiara inoltre   la delineazione  del soggetto  che  è stato eseguito  con un  lapis  non appuntito e tenuto  in posizione inclinata proprio per dare  volutamente  all’immagine  un senso  di ovattata velatura. Il lapis è stato  intenzionalmente  usato  con tratto lievemente  più marcato  sul lato del viso    per dare al soggetto un senso  di postura  frontale lievemente volta a destra. Quindi nel complesso  un bozzetto eseguito  non sommariamente come può apparire al primo  sguardo. Il tratto  corrisponde alla metodologia  che Dudovich adottava nei primi anni Venti, ben diversa  dalla metodologia poi  applicata negli anni Trenta ove i bozzetti erano più definiti, marcati e stilizzati.  Bella e genuina la firma apposta nell’angolo  basso  a destra che  completa questa preziosa testimonianza realizzata al retro di un fotogramma rinvenuto dall’Artista chissà dove. Ci piace pensare che  Dudovich. trovandosi in qualche  ambiente  cinematografico, abbia colto l’occasione di ritrarre  un piacevole  soggetto femminile sull’unico pezzo di carta in quel momento disponibile. La verità  di come questo bozzetto sia finito  al retro di un fotogramma non la conosceremo mai   e  questo  rimarrà un  eterno segreto delle  5 persone fissate  nella fotografia  di un film muto dell’Ambrosio Film di Torino. L’opera  verrà inserita nel nostro sito alla  sezione DISEGNI > FIGURE dove sarà visionabile con maggiori dettagli oltre alla fotografia  d’epoca  che al verso  ospita il lapis esaminato. “© 2017 archivio MD”

La direzione artistica



error: Content is protected !!