14 Feb SCHIZZO SU FOTOGRAMMA D’EPOCA D’AMBROSIO FILM
Dudovich e la Ambrosio Film
Non tutte le belle opere sono di medio/grande formato. Esistono realizzazioni di preparazione e studio, quali gli schizzi e i bozzetti che spesso passano inosservati al grande pubblico e che invece racchiudono una loro storia a volte non chiara, altre volte definita come nel caso in questione. Un collezionista di Mondovì (CN) ci sottopone l’esame di un piccolo schizzo di cm 24 x 18 a firma Dudovich che ci riconduce al breve periodo trascorso dall’Artista a Torino tra il 1917 e il 1920. Le date sono incerte per la totale mancanza di documentazione e carteggi. Quello che invece è certo è che “ Dudo “ lavorò in quel periodo nel capoluogo piemontese sia in campo cinematografico,realizzando un numero imprecisabile di manifesti per film prodotti dall’editore Ambrosio , per la Felisina Film, per la Cleo Film, prime case cinematografiche attive all’inizio del XX secolo. Il cinema in quegli anni era già in produzione anche se non avanzata e il sodalizio con la fotografia era stato avviato per l’uso dell’immagine su carta nello studio di scene, costumi e impalcati d’arredo cinematografico. Proprio al verso di una fotografia d’epoca dell’Ambrosio Film raffigurante una scena del film “ l’Apostolo “ del 1916 ( regia di Gero Zambuto ), l’artista ha steso questo bozzetto raffigurante una donna con cappello, cappotto con scollatura centrale e bavero alto. Quindi la datazione dell’opera è presumibilmente certa e collocabile tra1916 e il1920ca. Il bozzetto può quindi ritenersi una classica piccola “gemma” collezionistica seppur l’Artista non abbia adottato nella realizzazione dell’opera uno stile incisivo con tratti certi e marcati. Gli occhi della donna sono oscurati dall’ombra del cappello mentre le labbra e il naso sono sufficientemente evidenti per dare un senso logico alla figura femminile. Chiara inoltre la delineazione del soggetto che è stato eseguito con un lapis non appuntito e tenuto in posizione inclinata proprio per dare volutamente all’immagine un senso di ovattata velatura. Il lapis è stato intenzionalmente usato con tratto lievemente più marcato sul lato del viso per dare al soggetto un senso di postura frontale lievemente volta a destra. Quindi nel complesso un bozzetto eseguito non sommariamente come può apparire al primo sguardo. Il tratto corrisponde alla metodologia che Dudovich adottava nei primi anni Venti, ben diversa dalla metodologia poi applicata negli anni Trenta ove i bozzetti erano più definiti, marcati e stilizzati. Bella e genuina la firma apposta nell’angolo basso a destra che completa questa preziosa testimonianza realizzata al retro di un fotogramma rinvenuto dall’Artista chissà dove. Ci piace pensare che Dudovich. trovandosi in qualche ambiente cinematografico, abbia colto l’occasione di ritrarre un piacevole soggetto femminile sull’unico pezzo di carta in quel momento disponibile. La verità di come questo bozzetto sia finito al retro di un fotogramma non la conosceremo mai e questo rimarrà un eterno segreto delle 5 persone fissate nella fotografia di un film muto dell’Ambrosio Film di Torino. L’opera verrà inserita nel nostro sito alla sezione DISEGNI > FIGURE dove sarà visionabile con maggiori dettagli oltre alla fotografia d’epoca che al verso ospita il lapis esaminato. “© 2017 archivio MD”
La direzione artistica